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lunedì 17 marzo 2014

Salvare il mondo, un libro alla volta

Salvare il mondo è possibile?
Nì.
Salvarlo da cosa, poi?
Tanti e tali mali lo affliggono che a pensare di estirparli tutti viene la nausea in via preventiva.
MA (i nostri amatissimi "ma"), ognuno di noi ha le proprie passioni, i propri interessi, ambiti in cui spende molto del proprio tempo.

Bene, direi che si dovrebbe cominciare da quelli.

guardate l'immagine, poi capirete.


Oggi, infatti, parlo a chi condivide con me la passione per la lettura.
Spesso abbiamo l'impressione che cambiare il mondo leggendo sia una di quelle cose un po'a metà tra l'astratto e l'utopico.
Del tipo: io leggo, divento più colto, QUANDO TUTTI FARANNO COME ME (come diceva la Carrà... tanti auguri!) la cultura salverà il mondo.
Non fraintendetemi, secondo me è una strategia assolutamente funzionante, ma un po'astratta.

Comunque, da oggi c'è un nuovo modo per salvare il mondo leggendo.
Vi parlo infatti di un'iniziativa lodevole proveniente da un editore con cui collaboro e di cui vi ho già parlato in altre occasioni: I Sognatori (la factory editoriale).

Uno dei colleghi di questa factory lavora da decenni in Africa occidentale e, accanto al proprio lavoro, ha sempre cercato di fare quanto in suo potere per dare una mano all'alfabetizzazione, alla cultura, all'innalzamento delle condizioni di vita delle popolazioni locali.
In una delle aree in cui ha operato (si parla del Burkina Faso), alcune catastrofi naturali hanno distrutto l'unico polo di cultura nel raggio di chilometri: la biblioteca.
Con un acume e una lungimiranza degne di un'umanità migliore rispetto a quella con cui siamo abituati a confrontarci tutti i giorni, gli enti locali hanno deciso che, oltre a ricostruire tutto ciò che di primaria importanza (per la sussistenza) era stato distrutto, avrebbero voluto ricostruire in modo più solido e con più criterio proprio la biblioteca, che era stata l'unico posto in cui poter ottenere nozioni e cultura in modo gratuito e indiscriminato.

So che per noi che viviamo in Europa questa notizia non sembra nulla di eclatante, siamo abituati a essere circondati da libri e informazioni, a venire bombardati da nozioni, storie, cronaca tutto il giorno e tutti i giorni.
Ogni cosa che cerchiamo richiede come sforzo massimo quello di infilare una mano in tasca e prendere lo smartphone.
Ci sono luoghi, nel mondo, in cui questi presupposti per noi tanto naturali non sussistono.
Posti in cui una biblioteca è l'unica speranza per migliaia e migliaia di persone per poter conoscere qualcosa di più che una vita in balia degli eventi.
Per farvi capire le proporzioni, vi faccio un semplice esempio, banale forse, ma di sicuro esplicativo.

Aprite le ante sopra il lavello e prendete un bicchiere pulito. Aprite il frigorifero e prendete una bottiglia di acqua fresca. Riempite il bicchiere d'acqua e poggiatelo sul tavolo.
Ora guardatelo e chiedetevi "che valore ha per me questo bicchiere d'acqua fresca, pulita?"
La risposta è, senza vergogna, ZERO.

Ora provate a immaginarvi in mezzo a un deserto, senza ante da cui prendere bicchieri che sarebbero comunque luridi e impolverati, senza un frigorifero che rinfreschi le nostre bevande (e con 50 gradi all'ombra attorno a noi, se solo si riuscisse a trovare dell'ombra), senza nemmeno la bevanda.
Provate a pensare ora a un bicchiere sporco, lurido, pieno di acqua salmastra e calda. Pensate che avete le labbra spaccate e sanguinanti, la gola arida, persino respirare l'aria rovente è qualcosa che sembra dovervi uccidere in ogni istante.
Ditemi ora che valore avrebbe questo bicchiere sporco di acqua sporca e calda.
La risposta è, ancora senza vergogna, INFINITO.


La stessa proporzione la possiamo trovare tra la cultura disponibile per noi e quella disponibile in un paese in via di sviluppo. Forse quello di cui possono disporre loro ci può far sorridere, può farci pensare "eh ma che differenza vuoi che faccia un libro del cavolo, che differenza vuoi che faccia un contributo infinitesimale?"
Fa la stessa differenza che può fare un bicchiere d'acqua salmastra in mezzo al deserto.
Perché di certe cose non conosciamo il valore finché non ce le tolgono.

Ma ora, cosa c'entra tutto ciò con noi?
C'entra, perché la nuova biblioteca di cui vi parlavo sopra (quella che vogliono costruire gli enti locali), sarà costruita con materiali migliori, più solidi, perché non venga più distrutta (a Dio piacendo) da fenomeni naturali violenti. Per fare questo, l'editore di cui sopra e l'autore/collega di cui sopra hanno deciso di comune accordo di promuovere un'iniziativa.

Le quote di utile spettanti all'autore (Gian-Andrea Rolla) come conseguenza della vendita del romanzo (tra poco vi lascio il link) verranno interamente devolute alle organizzazioni locali che vogliono ricostruire la biblioteca. verranno usati per materiali di qualità, per comprare libri, per dare un metaforico bicchiere d'acqua a tutti coloro che saranno assetati.
E, per chiarezza, non vi sto dicendo "comprate questo libro perché così aiutate a costruire una biblioteca in un Paese che come minimo nemmeno sapete dove si trovi", io il libro ce l'ho, l'ho letto e ha veramente molto da dire, è un bel libro.
Quindi mi rivolgo ai lettori, a chi è sempre alla ricerca della prossima lettura:
Fate un pensiero a procurarvi come prossima lettura il libro in questione. Da lettore a lettore, vi dico che merita. Così, facendo qualcosa che avreste comunque fatto (leggere), potrete anche dare una mano a qualcuno a migliaia di chilometri da voi che vorrebbe fare la stessa cosa ma che non ne ha le possibilità.

Vi lascio il link alla pagina del romanzo sul sito dell'editore, ci troverete la scheda del libro, un breve riassunto, dei consigli dell'editore sui gusti cui potrebbe andare incontro.
Tra l'altro è possibile scaricare circa metà libro in modo gratuito, perché così possiate dargli un'occhiata corposa prima di decidere se faccia per voi o meno. :)
L'immagine a inizio post altro non è che la copertina del libro in questione, l'ho messa separata da qui perché volevo che la guardaste prima di sapere cosa fosse.

(cliccate sul titolo qui sotto per andare alla scheda del libro)
Il funerale della balena, di Gian-Andrea Rolla.

Vi chiedo solo di dargli un'occhiata e decidere in piena coscienza se fare o meno questa cosa.
Io solo vi ringrazio di essere arrivati fin qui nella lettura e mi scuso se non avete trovato i soliti toni divertenti e gioviali ma, come molti di voi probabilmente sapranno, io ho una buona fetta di sangue africano nelle vene (anche se di una parte di Africa molto diversa da quella di cui si sta parlando), ho visto con i miei occhi quello di cui vi ho solo accennato e so cosa significherebbe l'opportunità che potreste voler dare a questa iniziativa. Magari un giorno ve ne parlerò meglio, sono fette della mia vita che ritengo infinitamente preziose e, chissà, magari potrebbero interessare anche voi e magari aprirvi meglio gli occhi su certe realtà, al netto delle immagini a effetto che la televisione vi mette davanti agli occhi solo per farvi sentire in colpa.
Ma dal senso di colpa si può fuggire, ci si può girare dall'altra parte. Una volta che si arriva ad avere coscienza di qualcosa, la consapevolezza diventa inestirpabile ed è l'unica vera forza che ci spinge all'azione, a voler fare qualcosa, perché sentiamo in cuor nostro che è giusto.
Chiudo con un pensiero che mi accompagna sin da quando sono piccolo e che, di anno in anno, trovo sempre più vero e sempre più importante.

La cosa peggiore che si può fare a un essere umano è togliergli le prospettive, togliergli i sogni, i desideri.
E non è forse questo che chi legge cerca tra le pagine di un buon libro?
Nuovi sogni, nuove speranze, nuovi orizzonti.


Vi auguro un buon inizio di settimana e fate i bravi... anche per me, se potete! ;)

E questo post condividetelo, se vi va, in più si è e più grande è l'aiuto che si potrà far avere a questa iniziativa.
Grazie di cuore a tutti e ancora buon lunedì. :)


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