Buongiorno, torno a battere un colpo dopo un po'di tempo perché oggi è uno di quei giorni in cui ho proprio poca fiducia nell'acume del genere umano. Torno a dire cose scomode e come si evince dal titolo, parlo dell'anniversario della strage di Capaci.
Ho letto tanti status oggi riguardo Falcone, molte belle parole, ma la verità è, secondo me, che a parte le parole rimane davvero poco. La mafia oggi non è più quella di una volta, i pochi che lo capiscono e provano davvero a fare qualcosa fanno una brutta fine.
I ponti, le sparatorie per strada, quella è banale criminalità. La mafia oggi sta a tutt'altro livello. Negli uffici lindi delle sedi centrali delle banche, nelle decine di fondazioni che controllano ciascuna lo 0,5% dei grandi colossi dei beni alimentari, del gioco d'azzardo, dei fondi d'investimento e molto altro.
Bisogna capire che la mafia non è stupida, e la domanda "perché massacrarsi per le strade per i milioni, quando posso stare seduto in piscina, sostituire la pistola col telefono e fare miliardi?" se l'è fatta e si è data anche una risposta, molto tempo fa.
I telegiornali che ci parlano di sequestri di proprietà per milioni e milioni di euro, di boss latitanti che controllano "reti oscure" con i pizzini, dei regolamenti di conti per le strade di Scampia, non sono altro che propaganda. Rafforzano l'idea collettiva che abbiamo della mafia, distorcono la percezione, perché se non sai chi è il tuo nemico, come puoi combatterlo davvero?
Oggi non si fanno esplodere ponti, perché non ce n'è bisogno. Le guerre odierne si combattono con l'informazione. E quando qualcuno dice qualcosa di pericoloso, si forgiano parole come "complottista", che oggi è sinonimo di pazzo squilibrato che non sa quel che dice e vede minacce dietro ogni angolo. Ma le minacce sono davvero dietro ogni angolo.
Tuttavia l'essere umano non ha mai avuto un gran rapporto col pericolo (vero o presunto). Sin da quando siamo piccoli, piuttosto che guardare nel buio, mettiamo la testa sotto le coperte, stringiamo l'orsacchiotto e ci ripetiamo che va tutto bene, fino a quando ce ne convinciamo o, peggio, ci addormentiamo.
Aprendo gli occhi si può vedere che la mafia, ora come anni fa, sta al vertice di quella che è la catena alimentare politico-economica che domina la nostra società. Siede nei posti a cui tutti rivolgiamo lo sguardo quando qualcosa va male per avere risposte. Un po'come aver dato le chiavi della dispensa dove teniamo il formaggio a un'allegra famiglia di topi di campagna. Non una mossa molto furba. Tutto ciò accade tutti i giorni sotto il nostro naso.
Sia ben chiaro che non sto cercando di convincere nessuno di tutto ciò, è solo la mia idea. Idea di un mondo in cui la maggior parte delle persone si limita a scegliere tra le alternative che si trova davanti, senza chiedersi "cosa c'è d'altro?", senza pensare "no, ma io non voglio nessuna di queste cose, io merito di meglio e voglio di meglio per me, per il mondo, per i miei figli".
Io non credo che abbastanza gente aprirà mai davvero gli occhi, quindi, a oggi, ritengo che Falcone, Borsellino e gli altri martiri della lotta alla mafia siano banalmente morti invano.
Scusate per i toni seri, ma ogni tanto mi capita di dire cose serie. Il più delle volte poco prima che un sacco di gente storca la bocca e mi dia del pazzo. Quindi, se volete, sono qui, come dice Mastrota, "solo per oggi".
Da domani si torna su toni leggeri.
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Ho letto tanti status oggi riguardo Falcone, molte belle parole, ma la verità è, secondo me, che a parte le parole rimane davvero poco. La mafia oggi non è più quella di una volta, i pochi che lo capiscono e provano davvero a fare qualcosa fanno una brutta fine.
I ponti, le sparatorie per strada, quella è banale criminalità. La mafia oggi sta a tutt'altro livello. Negli uffici lindi delle sedi centrali delle banche, nelle decine di fondazioni che controllano ciascuna lo 0,5% dei grandi colossi dei beni alimentari, del gioco d'azzardo, dei fondi d'investimento e molto altro.
Bisogna capire che la mafia non è stupida, e la domanda "perché massacrarsi per le strade per i milioni, quando posso stare seduto in piscina, sostituire la pistola col telefono e fare miliardi?" se l'è fatta e si è data anche una risposta, molto tempo fa.
I telegiornali che ci parlano di sequestri di proprietà per milioni e milioni di euro, di boss latitanti che controllano "reti oscure" con i pizzini, dei regolamenti di conti per le strade di Scampia, non sono altro che propaganda. Rafforzano l'idea collettiva che abbiamo della mafia, distorcono la percezione, perché se non sai chi è il tuo nemico, come puoi combatterlo davvero?
Oggi non si fanno esplodere ponti, perché non ce n'è bisogno. Le guerre odierne si combattono con l'informazione. E quando qualcuno dice qualcosa di pericoloso, si forgiano parole come "complottista", che oggi è sinonimo di pazzo squilibrato che non sa quel che dice e vede minacce dietro ogni angolo. Ma le minacce sono davvero dietro ogni angolo.
Tuttavia l'essere umano non ha mai avuto un gran rapporto col pericolo (vero o presunto). Sin da quando siamo piccoli, piuttosto che guardare nel buio, mettiamo la testa sotto le coperte, stringiamo l'orsacchiotto e ci ripetiamo che va tutto bene, fino a quando ce ne convinciamo o, peggio, ci addormentiamo.
Aprendo gli occhi si può vedere che la mafia, ora come anni fa, sta al vertice di quella che è la catena alimentare politico-economica che domina la nostra società. Siede nei posti a cui tutti rivolgiamo lo sguardo quando qualcosa va male per avere risposte. Un po'come aver dato le chiavi della dispensa dove teniamo il formaggio a un'allegra famiglia di topi di campagna. Non una mossa molto furba. Tutto ciò accade tutti i giorni sotto il nostro naso.
Sia ben chiaro che non sto cercando di convincere nessuno di tutto ciò, è solo la mia idea. Idea di un mondo in cui la maggior parte delle persone si limita a scegliere tra le alternative che si trova davanti, senza chiedersi "cosa c'è d'altro?", senza pensare "no, ma io non voglio nessuna di queste cose, io merito di meglio e voglio di meglio per me, per il mondo, per i miei figli".
Io non credo che abbastanza gente aprirà mai davvero gli occhi, quindi, a oggi, ritengo che Falcone, Borsellino e gli altri martiri della lotta alla mafia siano banalmente morti invano.
Scusate per i toni seri, ma ogni tanto mi capita di dire cose serie. Il più delle volte poco prima che un sacco di gente storca la bocca e mi dia del pazzo. Quindi, se volete, sono qui, come dice Mastrota, "solo per oggi".
Da domani si torna su toni leggeri.