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martedì 22 ottobre 2013

E poi dicono che "bisogna avere fiducia"

Buongiorno a tutti, oggi vi tedio con una piccola riflessione, noiosa se vogliamo, sull'editoria. Visto che buona parte del discorso fa un quadro dell'editoria in Italia e di alcuni meccanismi che il lettore medio non conosce, si può tranquillamente saltare e andare all'ultimo paragrafetto (breve) che è la conclusione nonché il punto del discorso. ;)

Premessa: in Italia ci sono una roba tipo ventordicimila editori, di cui una manciata grossi, tutti gli altri piccoli. Ignoriamo quelli grossi, che tanto in Italia possono fare quello che vogliono (anche se di recente...) e focalizziamoci sugli altri.
Dopo quasi 2 anni nel panorama dell'editoria indipendente, mi sono fatto l'idea che di buone penne ce ne siano diverse, ma di grandi penne davvero poche poche (ma proprio, seriamente, poche poche).
Ora, visto che di materiale davvero degno uno scrittore può produrne una certa quantità all'anno (esageriamo senza ritegno, diciamo un romanzo al mese), e mettiamo che le penne davvero degne (esageriamo ancora in modi imbarazzanti) siano cento. abbiamo 1200 romanzi/scritti/raccolte davvero validi/e.
Mettiamo che, poco poco, ogni casa editrice indipendente ne pubblichi uno di questi, abbiamo 1200 case editrici indipendenti che pubblicano roba davvero bella.
Ma le altre ventordicimila meno queste 1200? Rendiamoci conto che pubblicano roba tutto sommato mediocre o carina ma non eccelsa. Tutto ciò quando va bene, diverse pubblicano cose che sono un insulto a scrittori, lettori e altri editori (e su questa frase torniamo a inserire anche i grandi editori).
E tutto ciò, per me, è un triste dato di fatto su cui c'è poco da discutere.

Ma cosa implica tutto ciò?
Mettiamoci per un attimo dalla parte del lettore.
Io lettore voglio comprare un libro, cosa faccio?
Accendo il cervello (spero) e comincio a ragionare:
Voglio un bel libro, cerco un bel libro, vado in libreria e chiedo al libraio di consigliarmi qualcosa direttamente a voce oppure indirettamente cercando tra gli scaffali, tra libri che lui ha "selezionato" per voi in precedenza (e qui abbiamo già fatto saltare per aria la stragrande maggioranza degli editori indipendenti che in libreria sugli scaffali non ci arriva MAI perché la distribuzione è in mano alle grosse case editrici).
Percorso alternativo:
Accendo di più il cervello e accendo il computer. Cerco delle case editrici specializzate nel genere che vorrei leggere, spulcio le copertine, leggo qualche recensione di qualche sito/blog (vatti a fidare), cerco qualche informazione sull'autore, qualcosa di suo da scaricare gratuitamente per farmi un'idea di cosa/chi andrò a leggere e poi scelgo.
La verità è che il percorso alternativo non lo sceglie quasi nessuno, ma anche se lo scegliessimo tutti, si presenta un altro problema:
Vi ricordate le ventordicimila case editrici indipendenti che pubblicano solo cose mediocri?
Ecco, il punto è il seguente:
Chi ha il tempo di spulciare tutto ciò che pubblicano tutte queste case editrici alla ricerca di ciò che davvero vale la pena leggere (perché scritto bene, intendo, il discorso esula dai gusti personali) ?
L'alta qualità è nascosta e sepolta sotto montagne di -non si può dire-, e scavare in mezzo alla -non si può dire- non piace a nessuno.
Un ultimo spunto: l'autopubblicazione.
Se le case editrici in genere pubblicano solo -non si può dire- (badate bene, le eccezioni ci sono e sono anche delle belle realtà), la situazione peggiora nel settore autopubblicazioni.
Ho avuto modo, di recente, di scaricare diversi (una sessantina, quindi non proprio pochi) ebook di persone che ne tessevano le lodi, supportate dalle considerazioni di diverse persone.
Ripeto che non ne sto facendo una questione di gusto personale, ma solo una questione tecnica.
Insomma, non ne ho trovato NEMMENO UNO che rispondesse a dei requisiti minimi di scorrevolezza, correttezza grammaticale, sintattica, lessicale, di intreccio, di empatia, coerenza, verosimiglianza, eccetera... dicendola in termini di twitter: #neancheciabbiamoprovato.
Io ora penso, (scusate se ci saranno volgarità):
"Ma vaffanculo! Mettere le dita su una tastiera non fa di te uno scrittore e se scrivi così vuol dire che non leggi, altrimenti la differenza tra quello che produci tu e uno scritto umano la noteresti. Se pretendi di scrivere senza aver prima letto..." il pensiero finitelo pure voi con la frase che più vi aggrada, ma siate crudeli!
L'esercito degli autopubblicati/andi è composto, per la stragrande maggioranza, dalla gente che, dopo aver mandato il proprio manoscritto a tot case editrici, si è vista rispondere "ascolti il suo manoscritto fa schifo, impari a scrivere e poi ne riparliamo", ma invece che capire che se in tot professionisti del settore ti dicono tutti la stessa cosa e gli unici che ti dicono che sei bravo è perché vogliono scucirti montagne di soldi (vedi "editoria a pagamento") allora magari è vero che non sei proprio bravo a scrivere. Ma loro no, si impuntano e dicono "il mio libro è il più bello di sempre, se gli editori non mi capiscono, allora gli editori non avranno un centesimo dei miei soldi, mi autopubblico".
Ora, concordo sul fatto che non tutti gli editori siano competenti, ma concordo di più col fatto che gli aspiranti scrittori con delle vere capacità sono proprio quelli che si rifiutano di proporre un lavoro fatto con il duodeno e che se un editor dice loro "guarda che qui, qui e qui hai fatto un sacco di cazzate", rileggono e ragionano, modificano, correggono, perché prima di tutto RISPETTANO I LETTORI A CUI VOGLIONO PROPORRE UN BRANO.
Sì, perché io, parlando da lettore e non da scrittore, mi sento insultato quando un autore o un editore mi propone di spendere dei soldi per un brano non curato (si parla sempre dell'aspetto tecnico, la trama e l'approccio poi possono piacere o meno, ma è questione di gusto e su quello c'è poco da fare, ognuno ha il proprio). Mi sento proprio come se, dopo aver speso i miei soldi per fare un acquisto, il venditore mi dicesse "tiè, idiota, ti sei fatto fregare come un pollo. Sfigato!" e queste cose non solo mi fanno incazzare, ma riducono anche drasticamente la mia propensione all'acquisto di altre opere secondo le stesse modalità, e chi ci va di mezzo sono quelli che invece i miei soldi li meriterebbero tutti.



La cosa peggiore in quest'ottica è proprio che, qualora un autore valido volesse autopubblicarsi (ne conosco diversi che lo hanno fatto per motivi sensati), troverebbe il proprio valido lavoro che naviga in mezzo a un mare di quella sostanza organica che non si può dire... e come fare a farsi notare in mezzo a tutto ciò prima di venire letto?
La soluzione proposta dal sistema sono le "recensioni/valutazioni".
Io sono un accanito sostenitore delle recensioni degli utenti, ma anche qui c'è qualcosa da dire.
Se io dovessi autopubblicare qualcosa, è chiaro che i primi a comprarla sarebbero amici e parenti, tutta gente a cui si può chiedere "dai, scrivimi una buona recensione e dammi un voto alto, così il mio romanzo sale in graduatoria e mi comprano anche gli altri".
Quindi anche il sistema delle recensioni non è poi così affidabile.
Personalmente, ritengo un prodotto più valido se ha una media di 3/5 e 500 votanti di uno che ha 5/5 e 10 votanti. Prima di tutto perché solo una ristretta percentuale delle persone lascia voti e commenti, poi perché per esperienza so che se fai leggere a tot persone qualcosa, non piacerà a tutte, MAI!

Tutto questo per dire che l'editoria, sia homemade che tradizionale, sia grande che piccola, dovrebbe prestare più attenzione ai lettori, portare più rispetto.
Smettere di pensare che siccome mi chiamo Feltrinelli allora la gente comprerà quello che dico io anche se è un prodotto mediocre (più che altro perché poi la gente lo fa e si rovinano generazioni di lettori che credono che... lasciamo perdere...).
Smettere di pensare che si è capaci di fare qualcosa se non se ne hanno neppure le basi. La possibilità di pubblicare ormai è stata data a tutti, purtroppo non a tutti è stato dato anche un senso critico.
Poi, per quanto riguarda i lettori: commentate, votate, lasciate SEMPRE le vostre impressioni. Sono molto serio quando vi dico che è importante. Positive o negative che siano.
Fatelo per voi, perché così vi aiutate a scegliere qualcosa che non vi sarà stato imposto da qualcuno dall'alto, ma vi sarà stato consigliato da chi è come voi.
Recensire è il miglior regalo che possiamo fare a noi stessi, perché dovremmo ormai essere stanchi di sbagliare e pensare...
"e poi ci dicono che bisogna a vere fiducia".
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