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sabato 13 ottobre 2012

666 respiri




666 Respiri


“Forza Arriette, un ultimo respiro… spinga!”
La donna ormai andava avanti per inerzia, non sentiva più nulla, nemmeno il dolore.
Vide l’ostetrica alzare un corpicino e il suono sincopato di un pianto si fece strada tra la cortina di ovatta che pareva circondarle la testa.

-Lachesi, tanto filo per lui, sì?
-Nulla più di quanto gli spetti!
-Silenzio! 59…

“Signora Meyers, suo figlio ha avuto una lieve ipossiemia, abbiamo dovuto dargli l’ossigeno ma, non si preoccupi, è una cosa piuttosto comune nei prematuri.”
“Ipo…?” Arriette era ancora un po’stordita e la paura le risucchiava ogni goccia di lucidità residua.
“Ipossiemia!” il marito l’apostrofò stizzito, “significa che ha poco ossigeno nel sangue, probabilmente respira male.”
“Respira poco” lo corresse la dottoressa.
“Posso vederlo?” la voce della donna tremava.
“Purtroppo no, ma stia tranquilla, per ora lo teniamo in osservazione e, se il ritmo respiratorio dovesse normalizzarsi, potrà riabbracciare subito il suo bambino”.
“Si chiama Daniel” disse la donna con gli occhi pieni di lacrime e speranza.

-Lachesi, ti prego.
-666 respiri, così è scrit…
Gli occhi della Moira si tinsero di nero mentre il suo corpo fremeva, attraversato dall’essenza stessa dell’universo.
-Aspetta! Forse c’è ancora speranza Cloto, cosa dici sempre?
-Che la gioia con la gioia si paga, sì…
-209…

“RR ancora a 9, devi respirare se vuoi vivere, piccolo.”
La dottoressa Parker fissò preoccupata il petto del bambino per qualche secondo prima di passare alla successiva incubatrice.

-238…
-Smettila!
-240…

“Signori Meyers?”
Una sorridente suora mingherlina si era appena affacciata alla porta della camera.
“Sì?”
Arriette stava meglio, la paura le aveva finalmente allentato la presa sullo stomaco.
“I bambini di oncologia stanno facendo il giro per il tradizionale dolcetto o scherzetto, sapete, molti sono terminali e questo sarà il loro ultimo Halloween. Sarebbe carino dar loro qualcosa, basta davvero poco per farli felici, credetemi.”
“Certo” rispose sorridendo Arriette, “mio marito farà subito un salto giù a comprare qualcosa, vero caro?”
Il Dr. Meyers annuì a denti stretti, odiava il modo in cui la moglie soleva incastrarlo.
“Dio vi benedica, possa la gioia che donerete tornare su di voi, moltiplicata”.
Sparì con la stessa gioiosa irruenza con cui era apparsa.

-Quindi se glieli portasse…
-Lo salverebbe? Sì.
-368…

“Caramelle, cioccolatini, cose del genere”
“Quali desidera signore?”
La commessa era bruttina, non la degnò di uno sguardo.
“Cosa vuole che me ne importi? Mi dia quelle che costano meno!” si trattenne a stento dal finire la frase ad alta voce, “tanto quegli stronzetti nemmeno le possono mangiare, potessero morire tutti!”
“Sono 3,95.”

-Lachesi, ce la farà?
-Il tempo non gli manca.
-431…

Le porte dell’ascensore si riaprirono, solo un paio di svolte lo separavano da quella palla al piede della sua consorte. Non fosse stato per la gravidanza…
Sentì vibrare il telefono, un messaggio: “Amore mio, quando ti liberi di tua moglie? Ho voglia di sentirti ancora dentro di me.”
Sorrise sentendo il suo sesso inturgidirsi, poi indugiò sul rigonfiamento dei pantaloni: “Tu sì che sapresti cosa fartene, troietta ninfomane.”
Non poteva certo tornare da Arriette in quelle condizioni, decise quindi di fermarsi in sala d’attesa a far calmare l’eccitazione.

-No, noooo.
-Beh, peccato.
-524…

“Toc toc” il vociare indistinto di un gruppetto di bambini accompagnò la bussata.
“Avanti”
Una ciurma di pirati arrembò la stanza, nelle mani piccole lanterne di zucca e sacchettini di dolci non ancora pieni.
“Dolcetto o scherzettoooo?” cantilenarono in coro seguendo quello che era indiscutibilmente il loro capitano.
“Bambini, mi dispiace, ho mandato mio marito a prendervi qualcosa ma non è ancora tornato, non ho nulla da offrirvi.”

-Vi prego…
-Con un padre così, Cloto, il suo destino sarebbe comunque stato segnato. Poi cosa dici sempre?
-Sì… ma…
-613…

Dalla nursery risuonò impietoso l’allarme di un respiratore.

Ad Arriette vennero le lacrime agli occhi vedendo la delusione dipinta sui loro volti, sentì un nodo allo stomaco mentre il capitano, incredulo, trovava il coraggio per ripetere “dolcetto o…”

-Non farlo, sorella…
Lachesi osservò imperturbabile Atropo aprire le forbici ghignando divertita.
-664, 665… Scherzetto!

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