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giovedì 9 agosto 2012

Aye aye, Capitano.

Buongiorno ciurma, cogliamo l'opportunità che ci offre questo blog per conoscerci un po'.

Subito le cose importanti, così ,se non volete andare avanti a leggere tutto il post, vi potete fare comunque un'idea precisa di cosa ci trovereste.
Sono un giovane scrittore e userò il blog per raccogliere la mia produzione letteraria, spero che la leggerete e che vi piacerà.
Più sintetici di così si muore.

Ora la parte "romanzata", per gli amanti del famosissimo genere "prolissiamo insieme".

Lomo's Log: walk the plank!
Bel nome: musicale, incisivo, intrigante. Ma che diamine significa?
Beh, Lomo (alias Master_Runta in versione "forum") sono io. Questo è il mio blog, quindi va da sé: Lomo's Log.
Perché "Log"? Anche qui è piuttosto intuitivo, blog deriva da web-log.
E "walk the plank" da dove arriva? Heh, bella domanda.
Andiamo con ordine, quando vedi la parola "log" a cosa pensi? non so tu ma io penso al "captain's log", il diario del capitano. Ora i collegamenti mentali possibili sono due e solo due: Star Trek e i Pirati.
Ho optato per i pirati. Ora la cosa è piuttosto banale, "walk the plank!" è il modo inglese per dire "sulla passerella!", quell'asse di legno che si stendeva fuoribordo per permettere agli ospiti sgraditi di tuffarsi a fare una nuotatina con gli squali, magari incatenati a una bella palla di cannone.
E qui si esaurisce il significato letterale del nome.

Ma un blog dovrà pur servire a qualcosa, dico io. No?
Ecco, questo blog mi servirà per raccogliere tutta la mia produzione letteraria.
Sono un "giovane" scrittore e, per comodità soprattutto mia, ho bisogno di un posto online dove raccogliere i miei scritti e renderli facilmente accessibili a chiunque da ogni parte del mondo.
Se si può coniugare questa necessità con il piacere di far leggere dei bei (spero) racconti alla gente interessata, beh, perché non farlo?

Ok, siamo pronti per spiegare come mai proprio i pirati e come mai proprio la passerella, ma non temete, questione di poche righe.
La metafora che ho scelto rappresenta il mio modo di intendere e di vivere la scrittura.
Proprio come un condannato, lo scrittore cammina su quella passerella, forte delle sue idee e delle sue capacità (vere o presunte), appesantito da quelle zavorre che sono la paura del giudizio degli altri, il mettersi a nudo, il terrore che dai suoi scritti qualcuno possa scavare dentro di lui e intuire cose che, con tanta fatica, aveva sempre tenuto nascoste ma, soprattutto, la paura del fallimento.
Inutile dire che io sono di quelli che ignorano le zavorre e si lanciano a spada tratta in mezzo agli squali, perché solo così si può raggiungere il proprio obiettivo.

Poi i pirati mi affascinano sin da quando ero bambino, ricordo il primo libro di pirati che lessi: "gentiluomini della filibusta".

La scrittura ci permette di creare mondi, narrare storie, insegnare lezioni, instillare dubbi e scatenare emozioni.
Questo è quello che mi prefiggo di fare scrivendo, rapirvi e portarvi al cospetto di altri mondi, persone, situazioni, voglio farvi ridere, piangere, distrarre, pensare e, di tanto in tanto, darvi un bel pugno nello stomaco.

Tutto questo sono io, almeno nella mia veste di scrittore.

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